Furla Series #01
Paulina Olowska. Slavic Goddesses and the Ushers
Paulina Olowska anima la Sala Fontana con una performance ispirata al lavoro della visionaria artista polacca Zofia Stryjeńska, guidando i visitatori in un’esperienza magica e suggestiva.
Musiche di Sergei Tcherepnin
Il quarto appuntamento di Furla Series #01 è dedicato a Paulina Olowska, il cui poliedrico lavoro è ispirato alle utopie moderniste e alla cultura popolare americana e esteuropea – in particolare della Polonia del periodo socialista – stabilendo un dialogo con la storia e creando riferimenti culturali incrociati che riflettono sull’idea di femminismo e consumismo. Concentrandosi su figure del passato, l’artista recupera storie minori e spesso dimenticate con un approccio che non è mai nostalgico, ma al contrario dettato dal desiderio di comprenderne il valore intrinseco non solo in un’ottica storica, ma anche contemporanea.
Ispirato al lavoro della visionaria artista polacca Zofia Stryjeńska (1891-1976), Slavic Goddesses and the Ushers nasce proprio all’interno del costante interesse di Paulina Olowska nei confronti di personaggi femminili del passato. Protagonista della scena polacca tra le due guerre e poi consegnata all’oblio dalla politica del regime comunista, la multiforme produzione di Zofia Stryjeńska, suggestionata dai rituali e dal folclore del suo paese, ha ispirato negli anni diversi lavori dell’artista, dai dipinti realizzati per la Biennale di Berlino nel 2008 alla performance Slavic Goddesses – A Wreath of Ceremonies, presentata nel 2017 al The Kitchen di New York, e di cui Slavic Goddesses and the Ushers costituisce un’evoluzione.
Le divinità slave, già soggetto della performance newyorkese, sono protagoniste anche di Slavic Goddesses and the Ushers in cui sei manichini installati al centro di Sala Fontana indossano i costumi realizzati dall’artista stessa a partire dalla serie di dipinti Bożki słowiańskie (Divinità slave, 1918) della Stryjeńska. Questi surreali abiti di scena, dai grandi copricapi e con decorazioni di piume di pavone e spighe di grano – nominati nel 2017 per il Bessie Award Costume Design – restituiscono figure fantastiche della mitologia e del folclore slavi: vere e proprie dee della malizia, della prosperità, del fatalismo, della primavera, dei cieli e dell’inverno, “con corpi di argilla, capelli di grano e di rami, di spine e cardi”.
Ad accompagnare il pubblico nella partecipazione a questo cerimoniale sono quattro figure-guida (Ushers), impersonate da Dobrawa Borkala, Milovan Farronato, il compositore Sergei Tcherepnin e l’artista stessa. Queste misteriose presenze animano la Sala Fontana e lo spazio sovrastante, attivando la scena in modi diversi e guidando i visitatori in un’esperienza magica e suggestiva.
Musiche: Sergei Tcherepnin
Performer: Dobrawa Borkala, Milovan Farronato, Paulina Olowska, Sergei Tcherepnin
Sponsor tecnico: Hans Boodt Mannequins
Un ringraziamento particolare all’Ushirika Cooperative e al Rabcio Puppet Theater per il loro aiuto nella realizzazione dei costumi degli Ushers
Si ringraziano Foksal Gallery Foundation, Varsavia e Metro Pictures, New York per il loro supporto
6 marzo 2018
dalle ore 18 alle ore 21
Ingresso libero. Data la capienza limitata di Sala Fontana, è possibile che sia necessario attendere prima di poter accedere
Museo del Novecento, Sala Fontana
via Marconi, 1
Milano
Paulina Olowska, Slavic Goddesses and the Ushers, Museo del Novecento, Sala Fontana, Milano, 2018. Courtesy Foksal Gallery Foundation, Varsavia, e Metro Pictures, New York. Foto © Masiar Pasquali